Ethereum, la criptovaluta che rischia di mandare in soffitta il Bitcoin

Il monopolio del Bitcoin nel mercato delle criptovalute è arrivato al capolinea.

Da ora in poi, la protagonista indiscussa delle monete digitali, dovrà infatti vedersela con Ethereum, che da inizio anno le ha rubato la scena, mettendo a segno performance di crescita da capogiro: +3.000% contro il +140%.  Ma che cos’è esattamente Ethereum? E in che cosa si differenzia dalla rivale Bitcoin?

Le origini

Se finora abbiamo sentire parlare poco dell’Ethereum è perchéle sue origini sono relativamente recenti. La criptovaluta ha infatti solo due anni di vita contro gli otto della rivale Bitcoin. È stata creata nel 2014 dal poco più che ventenneVitalik Buterin, un programmatore russo, considerato da molti un vero genio matematico, che, dopo aver abbandonato gli studi universitari, si è dedicato per un paio d’anni allo sviluppo della moneta concorrente del Bitcoin.

Somiglianze e differenze con il Bitcoin

Sia il Bitcoin sia l’Ethereum sono definite come criptovalute, in quanto possono solo ed esclusivamente essere comprare e vendute sul web. Tutte e due sono fuori dalla supervisione delle banche centrali e di altre istituzioni nazionali che controllano il mercato dei cambi. Anche la tecnologia si cui si basa Ethereum è sostanzialmente la stessa della rivale, ovvero quella della blockchain, ossia un protocollo di comunicazione che identifica una tecnologia basata sulla logica del “database distribuito”, che non si trova fisicamente solo su un server (computer), ma che invece si trova su più computer nello stesso momento.

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Rispetto al Bitcoin, Ethereum è stata pensata come uno strumento per le transazioni tra imprese. In pratica, Buterin ha messo a punto un protocollo di fiducia su cui costruire contratti tra due parti, che si possono applicare in settori completamente differenti tra loro, dalla finanza all’energia, passando dall’istruzione, senza la necessità di intermediari(vedi notai per esempio).

E l’idea sta riscuotendo grande interesse. Non è un caso quest’anno sia nato Ethereum Enterprise Alliance, un enorme consorzio che mette insieme imprese che lavorano all’integrazione di questa tecnologia nelle loro infrastrutture. Tra i big che hanno aderito all’iniziativa ci sono colossi mondiali dell’hi-tech del calibro di Microsoft, Intel, ma anche istituzioni finanziarie come Credit Suisse, Jp Morgan, Ubs, Bank of New York Mellon.

Anche Putin strizza l’occhio all’Ethereum

Ma l’Ethereum non piace solo alle imprese. La nuova stella nel firmamento delle valute virtuali è finita nel mirino del presidente russo Vladimir Putin, che la guarda come potenziale strumento per diversificare l’economia di Mosca. È quanto riporta l’agenzia di stampa Bloomberg, che, ha diffuso la notizia di un incontro recente, tra il presidente russo e Vitalik Buterin a margine del Forum economico internazionale di San Pietroburgo (SPIEF). Su questo terreno, la Banca centrale russa si è mossa ha già da tempo con un progetto pilota che utilizza la blockchain di Ethereum per elaborare pagamenti, così come la banca statale russa Vnesheconombank, che fornisce finanziamenti per progetti finalizzati allo sviluppo, ha utilizzato la criptovaluta per alcune funzioni amministrative.

Le previsioni

Nelle ultime settimane, presa d’assalto dalle vendite, in linea con quanto è successo alla rivale Bitcoin, Etherum si è poi ripresa un po’, risalendo verso i 260 dollari, ben sotto i massimi toccati il 13 giugno (393,75 dollari), a fronte dei poco più di 7 dollari di inizio anno. La capitalizzazione di mercato invece è di 29 miliardi di dollari contro i 42 miliardi di dollari del Bitcoin. Nessuno fino pochi mesi fa avrebbe scommesso che la neonata Ethereum si sarebbe spinta fin qui. Ma per molti questo è solo l’inizio.

L’hedge fund Polychain Capital specializzato in criptovalute, mette in conto che già nel 2018, con buona pace dei sostenitori del Bitcoin, Ethereum supererà la rivale in dimensioni.

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